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                                                                                           tettonicamente e decorativamente con quelle dei sovrani coevi. Il Duca,
                                                                                           mecenate eccellente, nell’intenzione di realizzare fin da subito una son-
                                                                                           tuosa residenza, confrontò diverse proposte: alcune prevedevano la con-
                                                                                           servazione della vecchia struttura castellana, altre, invece, ipotizzavano
                                                                                           una costruzione ex novo. Affidò a Girolamo Rainaldi un primo progetto,
                                                                                           affidato in seguito a Gaspare Vigarani e infine a Bartolomeo Avanzi-
                                                                                           ni che, con tutta probabilità partì, rielaborandoli, dai disegni rainaldiani.
                                                                                           L’architetto romano Rainaldi, che all’epoca prestava servizio presso la
                                                                                           corte del Duca di Parma, tra il 1631 e il 1634 propose a Francesco I più
                                                                                           di un progetto che prevedeva l’inglobamento della vecchia struttura ca-
                                                                                           stellana in un edificio dalla moderna linea barocca.
                                                                                           Altre proposte furono quelle dell’architetto ferrarese Ercole Morandi,
                                                                                           che, nel 1634, disegnò una fortezza circondata da un fossato, una possi-
                                                                                           bilità anacronistica che non fu nemmeno presa in considerazione.
                                                                                           Il progetto steso dal giovane Bartolomeo Avanzini era frutto del pensiero
                                                                                           compositivo e dell’impostazione progettuale di alcuni rinomati architetti
                                                                                           a cui venne sottoposto come Gian Lorenzo Bernini, Francesco Borro-
                                                                                           mini e Pietro da Cortona e conservava, seppure dissimulate, le vestigia
                                                                                           dell’antico castello medievale. Dalla serie di disegni attribuita all’Avan-
                                                                                           zini, eseguiti anteriormente al 1651, si può notare l’alta definizione dei
                                                                                           dettagli. Nel 1635 furono avviati i lavori di costruzione che prevedevano
                                                                                           l’inglobamento della vecchia struttura del castello: è difficile stabilire con
                                                                                           precisione come procedettero i lavori fino al 1650, anche per le interru-
                                                                                           zioni dovute alla costruzione del Palazzo di Sassuolo.
                                                                                           I lavori impegnarono l’Avanzini per lungo tempo fino alla sua morte
                                                                                           avvenuta nel 1658, lo stesso anno della morte del suo committente,
                                                                                           Francesco I. Lo stato di avanzamento dei lavori è ipotizzabile osservan-
                                                                                           do un disegno di Bartolomeo Fenis e una stampa da incisione presente
                                                                                           nell’orazione funebre che Domenico Gamberti scrisse in memoria di
                                                                                           Francesco I nel 1659: le due immagini, che si completano, mostrano il
                                                                                           castello, parte del torrione centrale e la lunga manica del piano terreno









                               Loggiato del primo piano, Palazzo Ducale - Accademia Militare di Modena   The open gallery of the first floor, Palazzo Ducale - Accademia Militare of Modena
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