Page 213 - Unimore e il terremoto del 2012 in Emilia-Romagna
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perché da un lato i vincoli (soprattutto finanziari) a carico dei Comuni terremotati sono
stati più o meno gli stessi rispetto al passato e ai Comuni non terremotati, dall’altro il volu-
me di risorse gestite è aumentato significativamente. Per questo i funzionari hanno dovuto
individuare anche delle soluzioni di bilancio “innovative”. La ricostruzione ha obbligato
infatti i Comuni a re-inventarsi e rinnovare la gestione con l’avvio di “spirali di creatività”
all’interno degli uffici che hanno ricevuto temporaneamente risorse umane aggiuntive. Si
è poi dovuta potenziare la comunicazione interna ed esterna all’ente anche per esigenze
di trasparenza e accountability sull’utilizzo delle risorse raccolte da privati oltre che dalla
Pubblica Amministrazione. Il sisma inoltre ha permesso di realizzare opere e di avviare
politiche altrimenti non previste a breve, come per esempio il nuovo Polo Scolastico o la
Casa della Salute a Cavezzo, la Scuola di Musica a Novi. Per il futuro i Comuni dovranno
investire affinché le innovazioni, i risultati, ma anche la sola attenzione a determinate pro-
blematiche non vengano meno col tempo; inoltre serve conservare una visione d’insieme
per pianificare adeguatamente strategie e obiettivi condivisi con gli stakeholder così che
la ricostruzione e il ritorno alla normalità procedano in tutti i settori. Tra i partecipanti al
focus group e gli intervistati a vario titolo è infine risultata condivisa la consapevolezza
che i tempi per la ricostruzione saranno ancora lunghi e le difficoltà innumerevoli.
Le specificità del sistema agroalimentare nella ricostruzione post-sisma 6
Anche il cosiddetto ‘cratere agricolo’ ha pagato un prezzo molto elevato a seguito degli
eventi sismici del maggio 2012 in Emilia. Tutte le principali produzioni agroindustriali
del territorio hanno subito gravi danni: si pensi ai caseifici e magazzini di stagionatura
per la produzione di Parmigiano Reggiano, alle cantine e acetaie, alle celle frigorifere
per la conservazione dei prodotti ortofrutticoli. Il presente lavoro analizza i principali
elementi di specificità che, rispetto ad una forte vulnerabilità settoriale, hanno caratte-
rizzato la ricostruzione del patrimonio agricolo e agroindustriale del cratere.
Grande attenzione è data, ad esempio, alla risposta istituzionale per la ricostruzione.
Come il settore industriale, infatti, anche il settore agroalimentare ha beneficiato dei con-
tributi per la ricostruzione attraverso la piattaforma SFINGE (il portale elettronico attivato
dalla Regione Emilia-Romagna per raccogliere le domande di contributo da parte delle
imprese danneggiate dal sisma). Tuttavia, esso ha altresì beneficiato delle risorse stanziate
attraverso il FEASR (Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale): l’attivazione di spe-
cifiche misure ha permesso di sostenere l’intero territorio del cratere del sisma.
Un ulteriore elemento di specificità evidenziato è rappresentato dal tema della coopera-
zione (attivazione di accordi di filiera, interventi di solidarietà e mutualistici) e dal ruolo
ricoperto dai Consorzi di Tutela delle produzioni tipiche. Il lavoro evidenzia come,
nonostante le criticità riscontrate, il settore agroalimentare abbia saputo cogliere alcune
opportunità dall’evento sismico, soprattutto in termini di capacità innovativa.
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Il settore manifatturiero prima e dopo il sisma
La ricognizione sul settore manifatturiero ha un duplice obiettivo. Da un lato, mira a
delineare un quadro d’insieme delle condizioni in cui si trovavano, prima del sisma, le
imprese localizzate nei Comuni colpiti, per analizzare in dettaglio la loro risposta nella
fase di emergenza e nella ricostruzione. Dall’altro lato, l’analisi intende verificare se la
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