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               Le origini del monastero sono incerte: una tradizione vuole che, fino
               dall’anno 681, una pia vedova con sette figlie fondasse nella nostra città,
               là dove più tardi sorse il monastero di Sant’Eufemia, un ritiro o ospizio
               per donne riunitesi per vivere vita devota, seguendo la regola di San
               Benedetto. Tale data è riportata in una iscrizione che fu collocata nel
               complesso monasteriale nel 1646 e ricorda la celebrazione del mille-
               nario del convento nel 1681.
               Nel breve termine di un secolo e mezzo, si passò da un piccolo ospizio
               di devote a un vero e proprio monastero, le cui crescenti rendite dimo-
               strano il peso politico e istituzionale, acquisito attraverso lasciti e mo-
               nacazioni. Il monastero pare abbia attraversato anche un breve periodo
               di decadenza sul finire del XIII secolo, dovuto a una cattiva gestione
               del patrimonio, cui provvide il papa Nicolò III, che, nel 1277, incaricò
               l’arciprete della cattedrale di procedere al recupero dei beni alienati.
               All’inizio del Trecento, il monastero, integrato nella città, diede il nome
               a una Cinquantina e, probabilmente dopo la crisi economica della metà
               del secolo precedente, si riavvicinò al vescovo poiché si ha notizia, all’i-
               nizio del XIV secolo, che l’elezione della badessa del monastero aveva
               bisogno dell’approvazione episcopale: ciò avvenne sia nel 1317 che nel
               1333. La badessa neoeletta prestava giuramento al vescovo, impegnan-
               dosi a non danneggiarlo, a non rivelarne i segreti, a non alienare i beni
               del monastero senza la licenza del vescovo stesso.
               Delle condizioni del monastero nel corso del XIV secolo si ha testi-
               monianza dai frammenti delle visite pastorali di Aldobrandino d’Este
               nel 1359: allora, il monastero era in buone condizioni. Ciò non toglie
               che, in occasione di un’altra visita, antecedente al 1370, risultasse che
               il numero delle monache si era ridotto e il monastero aveva contratto
               debiti.
               Nel XV secolo la crisi andava risolvendosi grazie all’aumento del nu-
               mero delle monache che portarono con sé doti ed elargizioni.
               Nella prima metà del Seicento, il monastero ebbe un notevole incre-









               Ingresso del Dipartimento di Studi Umanistici e Culturali, ex Monastero di Sant’Eufemia, Modena  Entrance of the Department of Humanities and Cultural Studies, former Monastery of St. Euphemia, Modena
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