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                                                                                           un progressivo arretramento dei volumi chiuso, come fosse una piccola
                                                                                           corte, da una struttura a pilastri aperta.
                                                                                           Il lato longitudinale a ovest, lineare e pulito, era caratterizzato da fine-
                                                                                           strature a fascia, intervallate da setti in muratura rivestiti a cotto, inter-
                                                                                           rotta al centro dal portone d’ingresso a pilastri arrotondati in aggetto
                                                                                           su cui poggiava una pensilina.
                                                                                           Per il lato longitudinale est, invece, Guerzoni intervenne con pochissi-
                                                                                           me modifiche lasciando sostanzialmente inalterato l’aspetto della vec-
                                                                                           chia scuderia Barbetta, mantenendo i due piani, destinati agli uffici, e
                                                                                           creando una sequenza regolare di finestre.
                                                                                           Il volume centrale più arretrato risultò più elevato rispetto ai due cor-
                                                                                           pi aggettanti laterali. Questo dislivello permise la presenza di aperture
                                                                                           vetrate che consentivano l’illuminazione del corrispondente salone.
                                                                                           Questa ampia aula centrale, caratterizzata da alti pilasti arrotondati ad-
                                                                                           dossati alle pareti lunghe, ospitava la palestra, e attorno ad essa si svilup-
                                                                                           pavano tutti gli altri ambienti destinati alle attività ricreative e di assi-
                                                                                           stenza. I tetti a falda che caratterizzavano la vecchia scuderia vennero
                                                                                           trasformati e resi piani.
                                                                                           Interventi successivi avvennero già pochi anni più tardi; nel 1938, in-
                                                                                           fatti, fu realizzata, su progetto dell’ingegnere Ruggero Guerzoni, una
                                                                                           struttura semicircolare sul prospetto sud est finalizzata ad accogliere un
                                                                                           ufficio postale.
                                                                                           L’edificio, subito dopo la guerra, divenne proprietà del Demanio dello
                                                                                           Stato e venne dato in uso alla Provincia che la destinò per diversi anni
                                                                                           alla Scuola di Avviamento Professionale “Fermo Corni”, la cui sede
                                                                                           era andata distrutta durante la guerra. Per questo, gli interni vennero
                                                                                           rimaneggiati e adeguati alle nuove esigenze didattiche.
                                                                                           La modifica più vistosa riguardò tutte le coperture, che, da piane, ven-
                                                                                           nero riportate a falde con strutture in legno e mattoni marsigliesi. Altri
                                                                                           interventi interessarono la struttura nel 1953, quando il Comune di










                                 Le vetrate della sommità della torre, Fondazione Marco Biagi, Modena  The top’s glass windows, Marco Biagi Foundation, Modena
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