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Ritorna la goliardia
Tanti progetti illustrati dal Duca uscente Alberto Cavani
e dal Duca imperante Jacopo Govi
Dopo diversi anni di vacanza, a Modena è tornata da qualche tempo l’anti- Duca di Modena, significa anche essere a capo di una realtà che sta rinascen-
chissima tradizione della goliardia. “Symbols” è andato a conoscere meglio do, quindi è una situazione ancora più delicata.
Alberto Cavani e Jacopo Govi, rispettivamente duca uscente e duca imperante
del mondo goliardico modenese. Tu sei stato Duca di Modena per due anni. Quali sono stati i tuoi rapporti con il
Magnifico Rettore e il personale accademico?
Chi è Alberto Cavani? Cavani: Ho avuto ottimi rapporti con il Rettore perché per pura coincidenza
Sono il dodicesimo Duca di Modena, entrato all’Unimore nel 2014 e, contem- ho scoperto che lui ha militato nella goliardia bolognese negli Anni ’60. È
poraneamente, diventato parte della goliardia. Ho militato fino a marzo 2016 stato felicissimo di vedere che la goliardia c’era anche a Modena e abbiamo
come membro del “Ducato” e, dal 12 marzo di quell’anno, sono stato Duca di stretto una collaborazione ferrea. E’ venuto a trovarci in alcuni nostri eventi
Modena fino al 10 marzo 2018, in cui ho passato il testimone a Jacopo Govi. e noi abbiamo sempre partecipato alle inaugurazioni degli anni accademici.
Sono nato a Modena, vivo a Marano sul Panaro, studio chimica e sono verso la
fine del mio percorso di studi. A breve dovrei laurearmi. Jacopo, oggi sei il Duca di una città universitaria di 23.000 studenti. Non ti spaventa
questo ruolo su una ‘popolazione’ così numerosa?
Chi è Jacopo Govi? Govi: Non mi spaventa perché alla fine il mio ruolo non è quello di seguire
Un modenese quasi doc, originario di Roccamalatina di Guiglia, dove ho vis- tutto il corpo studentesco. C’è una parte degli studenti alla quale non inte-
suto per 18 anni. Ho frequentato le superiori all’istituto tecnico Enrico Fermi ressa la realtà goliardica. Può spaventare invece la stessa realtà goliardica di
e ho conosciuto la goliardia nel maggio 2015 grazie ad Alberto Cavani. Sono Modena, che è un po’ altalenante e poco radicata. È rinata solo tre anni fa e,
particolarmente impegnato: oltre ad essere Duca di Modena sono anche capo rispetto ad altre città goliardiche con anni e anni di tradizione, un po’ sicu-
scout nel gruppo di Vignola 1. ramente sfigura. Per contrastare questo si cercano di fare più giochi e attività
possibili, organizzando anche delle feste. A marzo abbiamo organizzato la fe-
Cosa significa nel 2018 essere “Duca di Modena” quando, soprattutto oggi, la golier- sta della matricola che non si faceva a Modena da 60 anni.
dia viene vista come obsoleta?
Cavani: Esser a capo di una città goliardica vuol dire far parte di un gruppo Quanti sono gli studenti goliardi di Modena?
che è anticonvenzionalità, che distrugge le convenzioni sociali e, nel caso del Cavani: Siamo tra le 25 e 30 persone. Quando è ripartita tre anni fa erano
solo due persone e non studenti universitari da molto tempo.
Sono poi arrivato io con un gruppo di amici, eravamo tutte
matricole e il nostro percorso è iniziato lì. Ora vogliamo cre-
are una base di persone che possa crescere all’interno della
struttura, per conoscere, capire i nostri valori e riuscire poi a
trasmetterli a chi si avvicina al nostro mondo.
Il nuovo “duca” sta approntando un piano di informazione promo-
zionale per far conoscere la goliardia?
Govi: Abbiamo appena prodotto una buona quantità di vo-
lantini, e questa è la prima parte di un progetto che ci siamo
prefissati. Sono volantini molto ironici con una figura fem-
minile molto formosa, quindi già fuori dai canoni odierni,
completamente nuda e coperta solo da una feluca con una
bottiglia di vino d una forma di parmigiano. Stavamo anche
pensando di organizzarci con un prof. per creare una finta le-
Da sinistra: il Rettore Angelo O. Andrisano, Jacopo Govi, Alberto Cavani zione in cui alcuni goliardi si fingono assistenti e imbastiscono
e il Prorettore Sergio Ferrari una lezione.
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