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               niano; è ipotizzabile che fosse un dormitorio, con le finestre a setten-
               trione, verso l’esterno, a un’altezza superiore rispetto a quelle opposte,
               verso il loggiato sul chiostro, in modo da evitare sguardi dall’interno
               come dall’esterno, in osservanza alle rigidissime disposizioni della clau-
               sura a seguito del Concilio di Trento. Sulla parete orientale, l’intervento
               di restauro ha recuperato un affresco quattrocentesco con la Madonna
               col Bambino, che segue l’iconografia della Virgo lactans.
               Rimangono ancora, negli ambienti sottoposti alla recente ristruttura-
               zione e ai restauri, elementi che riconducono a quel fiorente passato
               del monastero. Così i frammenti di un fregio affrescato, che parrebbe
               cinquecentesco, in una sala del primo piano del complesso ora aula
               S, raffiguranti Santa Caterina d’Alessandria, riconoscibile per l’attributo
               della ruota dentata del martirio e presumibilmente San Nicola da To-
               lentino; nell’attuale aula B, un frammento di pittura parietale con Santa
               monaca agostiniana, forse santa Monica, madre di Sant’Agostino, all’in-
               terno di una scena più ampia, ora di scarsa leggibilità.
               Di epoca più recente, in un gusto fra il tardo barocchetto e il neoclassi-
               cismo, sono il monogramma mariano entro una cornice polilobata fra
               elementi floreali e il baldacchino dipinti rispettivamente nella volta e su
               una parete della piccola scala di rappresentanza, a nord-ovest rispetto al
               chiostro, ma in origine decorazioni di una cappella dedicata alla Vergine.
               Nel chiostro, riporta Luigi Francesco Valdrighi, fu ritrovata nel 1875
               una lapide con epigrafe latina che riferiva della costruzione di un “to-
               piarium o pergola per le monache” da parte di una nobile Molza nel
               1688. Oltre al chiostro monumentale, il monastero possedeva grandi
               aree verdi, con i suoi orti e giardini, come si evince da una pianta del
               1806, che mostra una vastissima estensione a “orto” nel settore sud-oc-
               cidentale.
               Qui, verso il confine con il convento di San Paolo, sorgeva la cappel-
               la dell’orto intitolata alla Madonna, collegata alla parte edilizia da un








                Chiesa interna del monastero, ora Aula Magna al primo piano del Dipartimento di Giurisprudenza  Monastery’s internal church, now great hall on the first floor of the Department of Law
                                     Attuale aula “S” al primo piano del Dipartimento di Giurisprudenza    Today’s room S on the first floor of the Department of Law
                                      dove sono visibili frammenti di fregio cinquecentesco affrescato  where there are visible the 16th century frescoed frieze fragments
                                           Piccola scala di rappresentanza a nord ovest del chiostro  Small staircase, to the north-west of the cloister
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