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cesso per pacemaker, prima li mettevano i cardiochirurghi poi i cardiologi, adesso   patologie. E noi questo lo stiamo già attuando soprattutto prima di un intervento
                  sta succedendo la stessa cosa con le valvole cardiache. C’è un continuo ingresso   chirurgico. Quindi il futuro approccio ai pazienti complessi è una bella sfida, che
                  della tecnologia nella pratica, ma purtroppo questa tecnologia è molto costosa e   richiede di combinare conoscenze generali e team multispecialistici, con l’obbli-
                  quindi bisogna centellinarla e selezionare bene i pazienti a cui ha senso applicare   go di prendere, in piena responsabilità, decisioni spesso difficili in contesti clinici
                  queste tecnologie. E il campo cardiovascolare è uno di quelli dove si fanno i mag-  molto complessi.
                  giori investimenti perché è il futuro per vincere la battaglia del “cuore”.
                                                                                  Qual è la domanda che non le ho fatto e che avrebbe voluto sentirsi fare?
                  La chirurgia adesso è iperspecializzata. Anche in cardiologia c’è questa fase?  Questa: come mi devo comportare di fronte ad un malato terminale che è alla
                  C’è la necessità di essere molto competenti per mantenere sempre una visione   fine della sua vita terrena e che mi guarda negli occhi implorante? Su questo
                  generale. Dobbiamo riscoprire la dimensione di una valutazione complessiva del   spesso mi metto in discussione e non sempre ho la risposta giusta, ahimè! Perché
                  malato e lo si può fare mantenendo le conoscenze di medicina interna e creando,   come dice il famoso prof. Silvio Garattini “se la medicina non si prende cura del
                  nel contempo, team multispecialistici in cui l’oncologo, il cardiologo, il nefrolo-  paziente quando non può più guarire, allora diventa specchio di una società uti-
                  go, il neurologo si trovano insieme e provano ad avere una visione generale delle   litaristica ed egoistica”.











































                    LA LECTIO MAGISTRALIS DEL PROF. BORIANI

                     Il prof. Giuseppe Boriani è stato l’ospite d’onore nella “Notte dei Ricercatori” del 2016 con una lectio magistralis dal titolo “La ricerca clinica in campo cardio-
                     vascolare: un mix di osservazioni, metodo, idee e tecnologia”. Nel suo applaudito intervento ha affermato che “La ricerca clinica continua a richiedere un mix
                     sapiente di osservazione, metodo e idee nuove, talora con il rischio di una certa resistenza all’accettazione da parte della comunità di ciò che è radicalmente
                     innovativo e che viene proposto in un mondo sempre più globale nel quale sono necessari nuovi approcci basati sulla gestione e analisi di enormi dati che la
                     tecnologia riesce oggi a gestire con potenzialità un tempo impensabile. Questo è il campo d’azione in cui i nostri ricercatori stanno agendo con grande merito,
                     fronteggiando grandi sfide in un contesto difficile”.




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